La SCELTA CONSAPEVOLE
Quindi, Prima di entrare nel merito della mia Vita, in questa che ritengo essere una PREMESSA fondamentale, cercherò di presentarmi con un “gesto” (invece che con delle sole “parole”) di attenzione e “cura” che metta da subito in evidenza l’importanza essenziale che ha ai miei occhi la “persona” che proprio a “me” si rivolge, cercando di prendermi a “cuore” (già da ora) del processo decisionale che si appresta a fare, così da accompagnarlo, prima ancora di conoscerlo, verso una scelta che sia il più possibile “consapevole” e “sentita”: fatta cioè sia col “cuore” oltre che con la “mente”.
Tutto questo fatto anche nella consapevole eventualità che poi si scelga liberamente qualcun altro, ma nella speranza che nel fare ciò si possa aver “donato” almeno qualche elemento prezioso per la decisione in esame: un atto, un gesto concreto che possa valere più di una bella apparenza o di una sofisticata descrizione; così che possa essere coerente con uno degli assunti etici essenziali al mio operare nel mettere “in pratica” ciò che si “predica”: cioè portare la gentilezza, la cura e la compassione in “azione” (e non lasciarla solo alle “parole”, così come insegnano i grandi maestri della tradizione orientale ed occidentale).
Ma “Perchè” è così essenziale questa “Scelta” ???
La risposta potrebbe sembrare facile: d’altronde non stiamo banalmente valutando la scelta di un nuovo paio di scarpe, seppur anche in questo caso possa trattarsi di un elemento utile al nostro “cammino” nella vita e, anche in questo caso, potrebbe essere molto importante che quello che scegliamo sia proprio quello “giusto per noi” (in quanto non vorremmo mai accorgerci troppo tardi che ci fanno “male” ai piedi). Ma in questo caso è semplice e intuitivo cogliere la differenza in quanto un oggetto resta pur sempre solo un “oggetto” (per quanto scontata possa sembrare come considerazione).
Ma nemmeno si tratta semplicemente di scegliere, ad esempio, un idraulico: anch’egli è un “professionista” che cerchiamo per “sistemare” qualcosa che “non va” nella nostra vita, ma così come per le scarpe anche in questo caso la scelta, seppur importante, è molto meno significativa e “vitale”, ed inoltre può essere facilmente rimpiazzata e sostituita nel caso in cui ci accorgessimo “poi” che la cosa o la persona in esame “non fa per noi”.
Ma in definitiva non si tratta neppure di scegliere nessun altro specialista della “salute”, come un medico ad esempio (seppur sia una decisione di simile importanza), in quanto e soprattutto perchè ciò non implica la scelta di un professionista con cui, potenzialmente, inizieremmo a percorrere un “cammino” interiore, più o meno coinvolgente ed impegnativo, che potrebbe (e dovrebbe) non solo riparare ciò che “non funziona” (come l’idraulico) o guarire l’aspetto fisiologico-corporeo (come il medico), ma potrebbe (e dovrebbe) coinvolgere il nostro essere più “intimo”, entrare in contatto profondo con la nostra “Anima” e cambiarci la Vita in meglio negli aspetti più elevati dell’essere (oltre la materia ed il corpo, ma interiormente: dalle emozioni, alla mente, allo spirito).
Ecco dunque che arriviamo al “senso” centrale del ragionamento: nel sottolineare ed evidenziare l’importanza essenziale che ha la “Scelta Consapevole” del professionista che ci accingiamo a valutare, stiamo gettando le solide basi per quello che potrebbe poi divenire lo sviluppo armonico di uno degli strumenti principali di ogni terapia ben riuscita:, la fondamentale “Alleanza terapeutica” che si instaura nella Relazione Psicoterapeuta-Persona.*
* Invece della classica etichetta di “paziente”, che con la sua connotazione richiama ed enfatizza in modo troppo accentuato la dimensione della “patologia”, dettata soprattutto dal pregiudizio che dallo Psicologo vanno solo i “matti” (vedi più avanti sezione “pregiudizi” in psicologia), preferiamo mettere in primo piano che dietro questa parola c’è sempre una “persona”, valorizzando così la dimensione “umana” dell’essere, che è quella sulla quale agisce poi veramente lo Psicoterapeuta. Il rapporto psicologo-persona è sempre qualcosa di unico ed evidenzia l’attenzione particolare all’individuo visto come essere umano e non come generico cliente, caso, categoria o etichetta patologica.
Ritornando all’importanza della “Alleanza terapeutica”, possiamo ribadire che ciò che ha veramente un valore di “cura” nel processo di cambiamento e trasformazione psicologica avviato da una buona terapia, aldilà e oltre i metodi e gli strumenti utilizzati, aldilà persino del particolare approccio e orientamento teorico del terapeuta, ciò che è essenzialmente vitale al buon esito del percorso psicoterapeutico è proprio la “qualità” della “Relazione” che si instaura tra questi due poli dell’incontro.
Ed ecco quindi chiarito il perchè di questa particolare insistenza su questo aspetto della Scelta, in quanto può favorire da subito il positivo instaurarsi di questa preziosa “Alleanza Terapeutica”. Questa Relazione è l’elemento “catalizzatore” dell’incontro, cioè l’elemento “attivante e scatenante” le reazioni a cascata che portano a quella delicata alchimia della trasformazione interiore che porta ad un rinnovato benessere nella vita delle persone.
(Se restassero ancora dei dubbi in merito: si considerino gli effetti di scelte premature ed avventate che portano a terapie non efficaci, fallimentari, non riuscite o bruscamente interrotte a causa di una mancata alleanza terapeutica)
Il “rapporto” che si crea tra psicologo e persona è qualcosa di ricco e complesso che va al di là delle parole, attiva dinamiche emotive e proiettive profonde, coinvolge le qualità essenziali di apertura, disponibilità, fiducia, rispetto e stima in una dinamica di reciprocità condivisa, implica la preziosa funzione di supporto e di ascolto, e viene tutelata e protetta (tra le altre cose) anche tramite il segreto professionale.
La dinamica “relazionale” implica e necessita di “alleanza” proprio perchè si fonda su un processo di stretta “collaborazione”, su un lavoro di squadra volto alla risoluzione delle difficoltà e alla ricerca condivisa di uno stato di benessere. È un percorso nel quale la persona, attraverso la guida e il sostegno dello psicologo, ma camminando con le proprie gambe, impara a scoprire e a sviluppare le risorse che ha al proprio interno, le potenzialità interiori che potrebbe non sapere di possedere.
Ed ecco quindi che il “Dono” che qui si cerca di offrire vuole essere proprio quello di “aiutare” a costruire le solide fondamenta di questa “Relazione” essenziale già dal momento della “Scelta” effettuata grazie ad un processo attento e consapevole, ponderato e sentito, così che possa divenire il “primo passo” verso la propria “rinascita” psicologica ed esistenziale.
Da ciò che abbiamo detto fin qui dovrebbe cominciare ad emergere il “senso” e il “valore” di questa dimensione “decisionale”, ed è per questo che si sta cercando di “orientare” chi sceglie ad approfondire ed espandere il proprio “sentire”:
– 1 facendo appello al proprio lato “intuitivo”, ciò che gli suggerisce il “cuore”
– 2 andando oltre il proprio sentire “emotivo” avvertito di “pancia”
– 3 cercando di integrare il tutto con la propria valutazione “razionale” indicata dalla “mente”
—> Questa modalità di processo decisionale che “unisce” e “integra” queste tre dimensioni (razionalità, emozione, intuizione) portandoci verso una Scelta Consapevole, ad uno sguardo superficiale potrebbe sembrare più lunga e impegnativa rispetto ad una scelta fatta impulsivamente “di getto”, eppure invece è una dinamica d’azione che offre il grande ed inestimabile vantaggio di avvicinarci con grande dovizia di particolari proprio verso ciò di cui la nostra “anima” (in nostro vero sè) ha veramente bisogno e vuole in modo autentico.
Come è possibile fare ciò?
Questo avviene grazie al fatto che così NON ci si lascia “influenzare” da:
– dai “condizionamenti” di altre persone per noi importanti (inibizione, imposizione o suggestione)
– da ciò che ci “ordina” la mente (freddo calcolo dell’utile)
– oppure da ciò che i nostri “capricci” emotivi “pretendono” (reazioni di pancia)
(tutte modalità di “reazione” più che di “risposta”, che avvengono in modo autonomo e separato dalla totalità del nostro essere)
—> MA si “ascolta” invece anche il lato più “prezioso” del nostro essere: “l’intuito” che viene dal “cuore”.
Così otteniamo che Mente, Emozioni e Intuizioni siano in “integrazione dinamica”, e che sia l’ UNITA’ del nostro essere a decidere (non alcuni nuclei separati all’interno di noi)
Quindi, quello che avviene con questa particolare modalità decisionale è che si risponde in modo “responsabile” (responsabilità = abilità a rispondere) alle richieste più essenziali che la vita ci pone, ascoltando e “integrando” tutte e tre le dimensioni del nostro essere (ed è questo ciò che ci da’ una vera garanzia di autenticità nella nostra scelta).
—> Noi non siamo in genere “abituati” a fare ciò, e Tutto ciò potrebbe risultare ancora troppo vago e poco utile se non fosse possibile tradurlo in un qualche “consiglio” pratico, che si renda operativo e concreto.
Ed è per questo quindi che ho provato a riassumere il senso di ciò che finora si è cercato di spiegare (nell’ “espandere” così a lungo la questione), cercando di “condensare” il tutto in una “goccia essenziale” pratica ed operativa, in un appello semplice e chiaro, in un “esercizio” applicativo che possa “ispirare” la nostra scelta secondo le modalità finora descritte e abbozzate a parole.
Ciò potrebbe essere un “Esercizio prezioso” che potrà entrare a far parte del “bagaglio” delle nostre competenze in quanto potremmo applicarlo poi ad ogni scelta importante e vitale della nostra vita.
Prima di presentarlo, il consiglio è di leggere (o almeno sfogliare) i successivi contenuti qui presentati in quanto potrebbero essere molto utili come preparazione preliminare all’esercizio in sè.
Per chi invece volesse subito applicarsi nella pratica può consultarlo subito sapendo che, per comodità di ricerca, l’esercizio è stato posto in modo facilmente reperibile proprio “in fondo” a tutto questo scritto alla voce —> Esercizio @ “L’INVITO al VIAGGIO”